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Buona Pasqua dal Blog Caprenne!

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Il Gruppo del Blog Caprenne Augura a tutti Voi una Buona Pasqua, che possa essere di Pace e Serenità.

Dino Sauro Stupazzoni a nome di tutto il Gruppo

Per qualsiasi domanda, suggerimento, o se voleste partecipare al progetto di questo Blog, di cui sareste i benvenuti, potete scrivere a: caprenne23@outlook.com

Un corto : Lazarus come out

 

Author: Dino Sauro Stupazzoni, 2024-03-29

Femme (U.K., 2023)

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Abbiamo visto Femme mercoledì 20 marzo al CineForum EsseVu ed ho pensato di convididerlo qui nel Blog. Femme è un film che ruota attorno al mondo drag, la nozione mutevole di identità tipica di questa sottocultura sembra trasferirsi nel modo stesso di narrare il film. Fatta eccezione per la scena iniziale, in cui una certa Aphrodite Bang (l’alter ego drag del protagonista Jules, interpretato da Nathan Stewart-Jarrett) si pavoneggia allegramente sul palco prima di recitare un monologo malizioso, l’arco narrativo del film annulla questa espressività queer, o meglio la rinchiude dentro l’armadio, per così dire. Questo primo lungometraggio dei co-registi britannici Sam H. Freeman e Ng Choon Ping è stato uno dei titoli più apprezzati nella sezione Panorama della Berlinale 2023, in quanto riprende un tema ben noto e mainstream che forse ha perso parte della sua “marginalità” underground – quello della scena drag, resa popolare dal successo di RuPaul’s Drag Race – e lo contrappone a una variante più “masc” e intimidatoria di queerness. I registi raggiungono anche una sorta di desiderabile equilibrio che vede il film oscillare sia verso il lato “drammatico” sia verso il thriller o la suspense, evocando così una corrente sotterranea sinistra, pinteriana, avversa al realismo del cinema e del teatro britannici. Passata l’euforia da palco, Jules – ancora nei panni di Afrodite – si dirige verso un chiosco per comprare le sigarette; qui, viene aggredito da una banda di teppisti capeggiata da Preston (George McKay, di 1917 e dell’imminente The Beast), dopo che Jules gli dice di averlo visto bighellonare fuori dal nightclub prima del suo show, in cerca di amorevoli attenzioni. Preston, pieno di tatuaggi che denotano la sua passata detenzione in carcere, viene descritto in seguito da un altro personaggio come un “bulldog che è stato colpito in testa più volte”, e questa propensione alla violenza sembra manifestarsi come uno scudo protettivo, che distoglie l’attenzione dal suo vero orientamento sessuale. Tre mesi dopo, Jules ha rinunciato alla sua carriera di performer, macchiata dagli abusi omofobi subiti sia in questa occasione che in quelle precedenti – secondo quanto riporta il suo fidanzato Toby (John McCrae). Un giorno, girovagando per una sauna illuminata da chiaroscuri (che mostra ulteriormente la sua lontananza da spazi queer più accoglienti e conviviali), Jules incontra proprio Preston, che non riconosce la sua ex vittima ora priva di trucco. Esitanti, iniziano un corteggiamento caratterizzato da sesso violento e clandestino, e anche dal conflitto interno di Jules sull’ottenere vendetta, indipendentemente da quanto il loro legame metta in discussione in modo produttivo la sua comprensione della fluidità del genere maschile. Lodare il perfetto equilibrio che Femme sembra raggiungere a metà film non è esagerato; al suo apice, l’inversione dei ruoli e il senso di vendetta pianificata contro Preston appaiono schematici, almeno fino alla brillante coda, organizzata attorno a un unico accessorio di abbigliamento che ha acquisito un peso sempre maggiore nel corso della storia. Porre l’accento sui semplici oggetti di scena, piuttosto che sui mezzi cinematografici in sé, è alla base del successo di Freeman e Choon Ping (che, in effetti, si è fatto un nome nel mondo del teatro): Femme sembra provenire dal minimalismo di una performance teatrale contro uno sfondo nero senza scenografia, nel senso migliore del termine, mentre McKay e Stewart-Jarrett combattono e si inseguono, in un’intimità mozzafiato che il grande schermo amplifica alla perfezione. Femme è una produzione di Agile Films, con il supporto di BBC Film. Le vendite internazionali sono guidate da Anton. Un particolare ringraziamento ad Alex, un utente del Blog diventato nostro collaboratore, che ha curato l’adattamento dei sotto titoli, oltremodo difficile visto il dialetto londinese utilizzato, il cosiddetto “cockney”. Buona visione!

La pellicola viene rilasciata in un formato .MP4 con i sotto titoli sovra impressi (i cosiddetti hardcoded), ed è visualizzabile direttamente in streaming o su qualunque tipo di lettore.

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La locandina del film Femme

Il Cast di Femme

George MacKay è Preston
Nathan Stewart-Jarrett è Jules
Aaron Heffernan è Oz
John McCrea è Toby
Antonia Clarke è Molly
Regia di : Sam H. Freeman e Ng Choon Ping
Sceneggiatura di : Sam H. Freeman e Ng Choon Ping
Data di uscita : 1 Dicembre 2023 Regno Unito – U.K.
Paese di origine : Regno Unito – U.K.
Lingua : inglese – cockney
Durata : 1h. 39 minuti         

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7 kinds of wrath – 7 tipi di collera (Grecia, 2014)

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Oggi Vi proponiamo un film che abbiamo visto al Cineforum Esse Vu, ed è stato oggetto di intenso dibattito. Nel complesso è piaciuto. Il film ci è stato proposto da un appassionato del blog, Alex, che ce lo ha 1) segnalato, 2) procurato, 3) sotto titolato, 4) recensito. Qui di seguito la recensione dell’amico Alex, che ovviamente ringraziamo moltissimo.

Il film ruota attorno al rapporto di amore e sesso che si instaura tra un archeologo 45-enne di Atene, Petros, ed un ventenne immigrato dall’Egitto, Hussam, incontrato durante una missione di lavoro sugli scavi del teatro antico di Argo, in una zona dove abitualmente i gay greci vanno a cercare giovani stranieri. Quello che sembra all’inizio come un veloce incontro sessuale, si sviluppa poi in una relazione vera e propria, con Hussam, mussulmano praticante, che proclama il suo amore per Petros, mentre quest’ultimo, appena uscito da una storia fallimentare, è dubbioso ma consenziente. Attorno a questa relazione, inevitabilmente attraversata da conflitti tra culture diverse, si muove una piccola cerchia di persone, ognuno a suo modo “diverso” ; personaggi con i quali Petros interagisce, ricavandone esperienze in vario modo traumatiche: Laerte e Migen, immigrati albanesi di seconda generazione, che insieme ad una ragazza, Alexandra, formano un trio di musica classica (e anche un trio erotico); Daniel, un gay di successo che crede solo nel potere del denaro; Michael, un poliziotto che vive fuori della realtà. Pedros dovrà pensare ad una soluzione di compromesso che gli permetta di mantenere i suoi legami con queste persone senza perdere il suo equilibrio psichico. Il film, girato quasi interamente in bianco e nero, ha il suo punto di forza nella descrizione di come l’impatto dello straniero costringa il cittadino greco a dover affrontare scenari lontani dalla sua tradizione e di come le differenze culturali e sociali interferiscano in tema di amore e di desiderio tra individui con estrazioni sociali molto diverse. Tutti temi quanto mai attuali, nelle crisi che attraversano oggi il Mediterraneo. Christos Voupouras nato a Mytilene nel 1954, è un regista con più di trent’anni di esperienza, che ha più volte affrontato l’argomento delle relazioni tra i greci e gli ‘altri’. Buona visione!

La pellicola viene rilasciata in un formato .MP4 con i sotto titoli sovra impressi (i cosiddetti hardcoded), ed è visualizzabile direttamente in streaming o su qualunque tipo di lettore.

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La locandina del film 7 kinds of wrath – 7 tipi di collera

Il Cast di 7 kinds of wrath – 7 tipi di collera

Maximos Moumouris è Petros
Nikos Gelia è Hussam
Sofia Kokkali è Alexandra
Haris Fragoulis è Laertis
Ieronymos Kaletsanos è Daniel

Regia di Christos Voupouras
Sceneggiatura di : Angeliki Iliopoulou, Giorgos Korras, Christos Voupouras
Data di uscita: 4 febbraio 2016 Grecia
Paese di origine : Grecia
Lingua : Greco – arabo
Durata : 1 h e 45 minuti


         

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Nel Cerchio (Italia 1976)

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Oggi Vi propongo una vera “chicca”. Un film del 1976. Nel Cerchio, del regista Gianni Minello. Presentato a vari Festival tra cui Venezia, Taormina, Cannes, premi e riconoscimenti vari non servirono a superare lo scoglio della censura di mercato per questo film praticamente inedito dal tema arduo e difficile, ma poetico e sincero. Le peripezie di un giovane sardo, Giorgio Sandrini, ospite di uno zio in una Venezia chiusa e distante, apprendista a Murano. Si tratta, nel suo genere, di un vero gioiello, per la sua rarità, per il periodo in cui uscì. La qualità ovviamente non è delle migliori, visti i passaggi analogici. Ringrazio infinitamente Roberto che ce lo ha procurato. Buona visione! By Dino Sauro Stupazzoni.

La pellicola viene rilasciata in un formato .MP4 doppiato in italiano, ed è visualizzabile direttamente in streaming o su qualunque tipo di lettore.

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La locandina del film Nel Cerchio

Il Cast di Nel Cerchio

Regia di: Gianni Minello
Sceneggiatura di: Gianni Minello
Data di uscita: non disponibile
Paese di origine: Italia
Lingua: Italiano
Durata: 1 h e 20 minuti

         

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Flee – Fuggire (Danimarca 2021)

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Ieri sera al CineForum Esse Vu abbiamo visto Flee. Sull’onda delle emozioni che mi ha suscitato, confesso di essermi commosso, ne ho decisa la immediata pubblicazione per permetterVi di poterlo vedere. Vorrei condividerlo con Voi, lo considero un capolavoro, e non posso che consigliarVi di vederlo. La forza, la capacità di suscitare empatia, emozioni, paura, ansia, angoscia, gioia, attraverso il cartone animato di Jonas Poher Rasmussen è semplicemente straordinaria. Guardatelo, e poi dateci un riscontro. Flee, la storia vera di Amin Nawabi, tra l’omossessualità e la fuga da un Afghanistan devastato. Uno dei film più importanti degli ultimi anni. Di incubi bagnati e di sogni cristallini, di un viaggio umano e di un viaggio disperato, in cui si incrocia la storia personale e la storia di un popolo frantumato dall’idiozia umana. Pochi ghirigori, pochi aggettivi: Flee, diretto dal danese Jonas Poher Rasmussen è un film meraviglioso, nonché uno dei migliori visti recentemente. Presentato al Sundance 2021 (con annesso tripudio), il film grazie alla messa in scena animata, missata ad immagini di repertorio, arriva dove il senso filmico non sarebbe potuto arrivare, in quanto l’animazione esalta il valore di un racconto epifanico e doloroso, che mette al centro la vicenda di Amin Nawabi che, sul punto di sposare suo marito, racconta per la prima volta il passato, quando scappò in Danimarca dall’Afghanistan, trasformata in un campo di battaglia dall’infinito contenzioso tra URSS e US, sfociato poi nel medievale regime talebano. Come vediamo in Flee – dimenticavamo, ben tre candidature agli Oscar, Miglior Film Internazionale, Miglior Film di Animazione e Miglior Documentario – la fuga di Amin, con le turbe giovanili mischiate all’ossessione per il poster di Jean-Claude Van Dame, che lo accompagnano nella consapevolezza della sua omosessualità (in un paese che la ripudia…), è un percorso poetico e cronaca reale, in cui al centro – più di tutto – c’è il bisogno vitale e fondamentale di essere felici. Colpisce soprattutto per questo Flee, narrato direttamente da Amin e trasformato in una sorta di graphic novel in cui Jonas Poher Rasmussen, supportato dal montaggio di Janus Billeskov Jansen, alterna stupefacenti video in 8mm di un’Afghanistan molto diversa da quella che conosciamo. Per questo Flee si fa (anche) reportage documentaristico (tecnicamente è, appunto, un documentario), senza però eludere l’empatia, l’emozione, il coinvolgimento diretto e reciproco. Nonostante il dramma dell’epopea vissuta marcatamente sulla sua pelle, Amin Nawabi – oggi affermato docente universitario – è il sinonimo diretto e puro di ciò che vuol dire libertà, data a lungo per scontata eppure costantemente minacciata dall’indole aggressiva e repressiva intrisa in certi tipi di potere. Ma, dietro l’aspetto politico e sociale, Flee è innanzitutto un capolavoro di scrittura, in cui il regista – che ha conosciuto Amin vent’anni fa – cuce i ricordi del protagonista direttamente sopra un’animazione che si rispecchia il rispettivo umore e le rispettive fasi di vita. Un’operazione, da questo punto di vista, assolutamente folgorante, dato che il team di animatori passava le scene tramite un processo vicino alle intenzione e alle vicende di Amin. Una volta fatto questo, e con il benestare del regista, gli animatori pennellavano le sequenze come fossero, appunto, tavole di una graphic novel. Ma, dietro l’approccio estetico sicuramente protagonista, Flee è un’opera sull’identità – e che bella la scena di Amin, quando entra per la prima volta in un club gay –, per questo Jonas Poher Rasmussen cambia approccio più volte, dando al film un ritmo naturale e puro che ne esaltasse il senso di (ri)scoperta dei ricordi. Per questo la lunga conversazione che fa da laccio alla narrazione sembra una sorta di terapia psico-analitica, il cui obbiettivo è – forse – annegarei i demoni e i tormenti che, per anni, hanno strangolato l’esistenza di Amin. E, noi spettatori, con reverenza, rispetto ed umiltà, grazie a questo splendido film abbiamo l’opportunità di assistere alla rivelazione di un uomo, che con coraggio è riuscito ad esporre tutta la tragica complessità del suo viaggio. Dunque, oltre il mezzo artistico e cinematografico, Flee diventa la straziante testimonianza di una liberazione, nonché una storia che resta profondamente sedimentata nel cuore e nella testa. Buona visione! By Dino Sauro Stupazzoni.

La pellicola viene rilasciata in un formato .MP4 doppiato in italiano, ed è visualizzabile direttamente in streaming o su qualunque tipo di lettore.

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La locandina del film Flee

Il Cast di Flee

Doppiatori originali:
Amin Nawabi: sé stesso
Daniel Karimyar: Amin bambino
Fardin Mijdzadeh: Amin adolescente
Jonas Poher Rasmussen: sé stesso
Kasper: sé stesso
Belal Faiz: Saif
Milad Eskandari: Saif bambino
Zahra Mehrwarz: Fahima
Elaha Faiz: Fahima adolescente
Sadia Faiz: Sabia
Doppiatori versione italiana:
Davide Albano: Amin Nawabi
Alberto Pilara: Amin bambino
Adriano Venditti: Amin adolescente
Francesco Pezzulli: Jonas
Marco Baroni: Kasper
Flavio Dominici: Saif
Giulia Luzi: Fahima

Regia di: Jonas Poher Rasmussen
Sceneggiatura di: Jonas Poher Rasmussen e Amin Nawabi
Data di uscita: 10 marzo 2022 (Italia)
Paese di origine: Danimarca, Francia, Norvegia, Svezia, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti, Finlandia, Italia, Spagna, Estonia, Slovenia, Canada.
Lingua: Danese – Inglese- Dari – Russo – Svedese – inglese e francese
Durata: 1 h e 29 minuti

         

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Buon Anno dal Blog Caprenne!

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Il blog Caprenne ItalianGaySubs Vi augura un Buon 2024! Buona fine e buon principio!

Lo facciamo con questo corto pescato sul web, bene augurante.

Il lavoro che svolgiamo richiede tempo e pazienza. Ogni persona che si aggiunge è una grande risorsa ed un regalo per tutti noi. Per qualsiasi domanda, suggerimento, o se voleste partecipare al progetto di questo Blog, di cui sareste i benvenuti, potete scrivere a:

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Buon Natale dal Blog Caprenne!

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Il blog Caprenne ItalianGaySubs Vi augura un Felice e Sereno Natale!

Lo facciamo con questo breve corto pescato sul web. Il lavoro che svolgiamo richiede tempo e pazienza. Ogni persona che si aggiunge è una grande risorsa ed un regalo per tutti noi. Per qualsiasi domanda, suggerimento, o se voleste partecipare al progetto di questo Blog, di cui sareste i benvenuti, potete scrivere a: caprenne23@outlook.com


         

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Arrête avec tes mensonges – Lie With Me (Francia 2022)

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Finalmente Vi rilascio un altro dei film più attesi di questo 2023: Arrête avec tes mensonges – Lie With Me. Un bel regalo di Natale in anticipo !

Il film racconta la storia di un amore infinito, a lungo tenuto segreto, doloroso, mai dimenticato.  Non Mentirmi, romanzo di Philippe Besson edito in Italia da Guanda, sbarca al cinema grazie allo splendido e struggente adattamento di Olivier Peyon, trainato da Guillaume De Tonquédec e dal 29enne Victor Belmondo, figlio del leggendario Paul. Uscito in patria a inizio 2023, Arrête avec tes mensonges – Lie With Me è stato in concorso al Lovers festival di Torino 2023, dove è stato accolto da calorosi e più che meritati applausi. Un romanzo autobiografico, quello scritto da Besson, che si è messo a nudo come mai prima, consegnandoci la storia di un amore travolgente e impossibile da lui vissuto in giovane età. Uno dei  protagonisti del film è il romanziere Stéphane Belcourt (Guillaume De Tonquédec), che accetta con riluttanza di sponsorizzare il bicentenario di un famoso cognac, tornando così nella città dove è cresciuto, dopo 30 anni d’assenza. Qui incontra il secondo protagonista, Lucas (Victor Belmondo), figlio del suo primo amore, mai cancellato perché improvvisamente naufragato, lasciando dietro di sè solo indelebili fotografie ed una serie di quesiti senza una risposta. Un incontro che lo costringerà a rivivere una storia per lui fondamentale, travolgendolo con un fiume in piena di ricordi. Giocando sapientemente con il tempo, Philippe Besson pennella i lineamenti di una storia d’amore d’altri tempi, nata quando l’omosessualità andava vissuta in silenzio, di nascosto, con paura e vergogna. Tutto ha origine nel 1984, tra i banchi di scuola, quando Philippe e Thomas incrociano le proprie esistenze. Il primo è un ragazzo intelligente, abile scrittore di buona famiglia, con occhiali da vista e un’omosessualità apparente vissuta senza imbarazzi. Il secondo è un ragazzo taciturno, tormentato, un <<bad boy>> (ragazzo cattivo) incapace di accettare la propria vera natura. In pochi mesi la passione li coinvolge. La stanza di Philippe, protetta da occhi indiscreti, diventa il loro regno segreto dove fare l’amore, conoscersi, scoprirsi, iniziare ad amarsi. Ma Thomas non riesce proprio ad accettare quella parte di sè, quell’amore per lui inammissibile. E sparisce. 30 anni dopo Philippe è uno scrittore famoso, appagato, omosessuale dichiarato e sentimentalmente infelice. L’incontro con il figlio di Thomas, Lucas, lo aiuterà a voltare finalmente pagina, ad avere risposte a lungo cercate, a ritrovare la pace interiore, ad abbracciare un “ti amo” mai esplicitato per quanto infinitamente agognato. Olivier Peyon semina con sapienza verità su questo rapporto travolgente e impossibile, rievocando una giovinezza lontana con un racconto a ritroso, che riavvolge decenni di vita vissuta solo a metà. L’intimità tra i giovani Thomas e Philippe è sincera e di accecante bellezza, la passione sessuale tra i due adolescenti straborda com’è normale che sia, vista l’età dei protagonisti. Besson prima e Peyon poi hanno rievocato un’epoca in cui l’omosessualità era un tabù, a tal punto da preferire l’infelicità perenne, pur di non accettarla ed accettarsi, preferendo troncare rapporti d’amicizia e d’amore, rovinare famiglie, strappare vite. Impossibile non pensare a Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, dinanzi ad “Arrête avec tes mensonges“, film di rara dolcezza che esplicita il desiderio, mostrando corpi che si fondono l’uno nell’altro, occhi sognanti che si guardano pur sapendo che mai potranno farlo fino in fondo, dando forma ad un amore intenso e nascosto, eterno per quanto duro. Un coming-of-age generazionale che abbraccia quattro decenni, con la naturalezza dei sentimenti ad addolcire la ruvidezza della paura, della mancata accettazione di sè, della repressione che inevitabilmente porta all’infelicità. Una storia di bugie e segreti che necessitano di emergere e venire alla luce, dopo aver passato decenni al buio, rimarcando il dolore inferto dall’omofobia interiorizzata, la normalità assoluta dell’amore che inevitabilmente si fa irresistibile bellezza. Un’opera delicata e struggente che meriterebbe una distribuzione cinematografica nazionale, il cui finale ho trovato estremamente emozionante ed efficace. Buona visione! By Dino Sauro Stupazzoni.

La pellicola viene rilasciata in un formato .MP4 con i sotto titoli già incorporati, ed è visualizzabile direttamente in streaming o su qualunque tipo di lettore. Un sentito ringraziamento a Roberto L. per la cura nella revisione ed adattamento dei sotto titoli. Per qualsiasi domanda, suggerimento, o se voleste partecipare al progetto di questo Blog, di cui sareste i benvenuti, potete scrivere a: caprenne23@outlook.com

La locandina del film Arrête avec tes mensonges

Il Cast di Arrête avec tes mensonges e scheda tecnica

Guillaume de Tonquédec è Stéphane Belcourt
Victor Belmondo è Lucas Andrieu
Guilaine Londez è Gaëlle Flamand
Jérémy Gillet è Stéphane Belcourt da giovane
Julien De Saint Jean èThomas Andrieu
Regia di: Olivier Peyon
Sceneggiatura: Philippe Besson, Olivier Peyon, Vincent Poymiro
Data di uscita: 22 febbraio 2023 Francia
Paese di origine: Francia
Lingua: francese, inglese
Durata: 1h e 38 minuti

         

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The Bubble (Israele 2006)

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Su richiesta di un utente, rilasciamo un film che ha vinto 12 premi 12. Si tratta di The Bubble, del regista israeliano Eytan Fox. Lo vidi a Torino nel 2006, al festival, e mi impressionò molto. Il film inizia da un checkpoint sul confine israelo-palestinese, inserendoci subito in un clima di forte politicizzazione (l’estrema tensione fra i due popoli) che accompagnerà, sullo sfondo, tutto il film. La città di Tel Aviv diventa praticamente un personaggio del film e le critiche politiche sono spesso assai dure e precise. La storia del film è imperniata sull’amore tra Noam, israeliano, e Ashraf, un immigrato palestinese. Capiamo subito che il loro amore è fortissimo e che la loro relazione, centrale nel film, è proibita. Nel film abbiamo anche una importante relazione etero, le cui scene d’amore vengono spesso accavallate a quelle dell’amore tra i due ragazzi gay, come per dimostrare che l’amore è lo stesso in entrambi i casi. Quasi comiche sono invece le scene che parlano dei terroristi suicida gay, che non sanno se in paradiso riceveranno in premio una donna o un uomo vergine. Curioso anche il riferimento al Sansone biblico come primo terrorista suicida. Un film di altissimo valore figurativo e artistico, senz’altro il migliore del regista Eytan Fox, che dà alla tematica omosessuale un grandissimo rilievo, ingigantita anche dalla difficile e tesissima situazione politica e ambientale. Buona visione! By Dino Sauro Stupazzoni.

La pellicola viene rilasciata in un formato .MP4 con i sotto titoli già incorporati, ed è visualizzabile direttamente in streaming o su qualunque tipo di lettore. Per qualsiasi domanda, suggerimento, o se voleste partecipare al progetto di questo Blog, di cui sareste i benvenuti, potete scrivere a: caprenne23@outlook.com

La locandina del film The Bubble

Il Cast di The Bubble e scheda tecnica

Ohad Knoller è Noam
Yousef ‘Joe’ Sweid è Ashraf
Regia di Eytan Fox
Sceneggiatura di Gal Uchovsky, Eytan Fox, Martin Sherman
Data di uscita: 29 giugno 2006 Israele
Paese di origine: Israele
Lingua: ebraico, arabo, inglese
Durata: 1h e 57 minuti

         

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Le Bleu du Caftan – The Blu Caftan (Marocco 2022)

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Oggi Vi propongo uno dei film secondo me più attesi e più belli di questo 2023: Le Bleu du Caftan (Il caftano blu). Un film di una dolcezza straordinaria. Vi preavviso: prendetevi il Vostro tempo! Maryam Touzani, la regista di questo film, ha presentato  Le bleu du Caftan alla 75° edizione del festival di Cannes per <<Un certain regard>>.  Inoltre è stato presentato come film agli Oscar 2023 in rappresentanza del Marocco.  I protagonisti del film sono tre. I primi due sono Mina (Lubna Azabal) e suo marito Halim (Saleh Bakri). Hanno un negozio di caftani nella Medina di Salé, una delle più antiche città del Marocco. Mina gestisce il negozio e le vendite, Halim è un maleem, un artigiano che confeziona gli abiti. I due sono sposati da 25 anni, Mina inoltre è gravemente malata. I due hanno molto lavoro, specie Halim, i caftani vengono lavorati solo a mano, e la cosa richiede molto tempo. In negozio arriva un nuovo assistente, il giovane Youseff (Ayoub Missioui), a dare una mano ad Halim. Youssef, con il suo carattere mite e la sua passione nell’apprendimento, attira subito l’attenzione di Halim, ma anche di Mina. Touzani entra nell’intimità dei rapporti sempre con delicatezza, intrecciando le storie dei tre personaggi con la stessa cura e attenzione con cui Halim intreccia i fili dorati del caftano blu che sta confezionando per una ricca cliente. La regista gioca sulle contrapposizioni anche dei suoi personaggi: Mina, dal carattere sempre inquieto e forte, è come una roccia: amministra il negozio, la casa, la vita coniugale. Halim invece è il più fragile dei due, sempre remissivo, paziente e meticoloso nel suo lavoro, ma sofferente. Tuttavia è in questi contrasti che risiede l’armonia della coppia, un equilibrio che nulla può scalfire: né la gelosia, né la nascosta omosessualità di Halim e neppure la malattia e la morte. E per Maryam Touzani è l’amore a trionfare. Amore nel senso più profondo di accettazione di sé e dell’altro, nel suo significato di cura, di supporto reciproco, di desiderio del benessere dell’altro. È un cinema di dettaglio, il suo, che non abbandona mai i corpi, perché resta profondamente nella loro intimità, con uno sguardo mai giudicante. Attraverso questi corpi e la materia, la regista racconta anche il Marocco, e la città: lo sguardo si sposta dalla radio del negozio sotto casa di Mina e Halim, agli intonaci scoloriti delle strade della Medina, alle piastrelle della sauna che Halim frequenta e dove consuma il suo amore omosessuale.Tutto è in armonia nel film. La relazione “quasi a tre” che si crea,  è quindi il fulcro narrativo e tematico del film della regista Maryam Touzani, un’opera in cui l’amore deve convivere con il pregiudizio degli altri, il sentimento di colpa e vergogna mai sopito di un’intera società, la delegittimazione dell’amore stesso. Non è certamente un film che ha intenti politici o militanti Il caftano blu, bensì è un’opera che lavora solo ed esclusivamente sulla forza dello sguardo e del gesto per suggerire, piuttosto che per mostrare, cercando di raccontare la normalità di un desiderio o di un’attrazione che qui viene sempre e soltanto suggerita, ma non per eccessiva pudicizia. Non è un lungometraggio per tutti i gusti Il caftano blu, e di certo non vuole esserlo. Piuttosto è un raffinato compendio di recitazione totalmente in sottrazione, di mani che si sfiorano, di primi piani che esprimono il desiderio, il dolore di un amore impossibile, fiaccato dalla paura o quello di un amore possibile fiaccato dal tempo di un male che man mano avanza implacabile. Fino ad un finale che lascia entrare un filo di speranza a quel punto necessaria, anelata, cercata e infine trovata. Buona visione! By Dino Sauro Stupazzoni.

La pellicola viene rilasciata in un formato .MP4 con i sotto titoli già incorporati, ed è visualizzabile direttamente in streaming o su qualunque tipo di lettore. Un grande ringraziamento per l’adattamento dei sotto titoli a Carlo P., che si è speso davvero tanto per la cura nella revisione. Per qualsiasi domanda, suggerimento, o se voleste partecipare al progetto di questo Blog, di cui sareste i benvenuti, potete scrivere a: caprenne23@outlook.com

La locandina del film Le Bleu du Caftan

Il Cast di Le Bleu du Caftan e scheda tecnica

Lubna Azabal è Mina
Saleh Bakri è Halim
Ayoub Missioui è Youssef

Regia di Maryam Touzani
Sceneggiatura di Maryam Touzani e Nabil Ayouch
Data di uscita: 22 Marzo 2023 in Francia
Paese di origine: Marocco
Lingua: arabo
Durata: 2 ore e 2 minuti


         

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